Pubblicità in concessione a Google

Era il 3 marzo del 1993, la città e le confraternite si preparavano per i Riti della Settimana Santa. Un primo segnale sferzò la comunità tarantina: “Peppino Caso è in coma”. L’annuncio fu dato pensate sui giornali locali dell’epoca. Purtroppo da quello stato di assenza di coscienza  Peppino Gesù Cristo non si è più svegliato. 

Pubblicità in concessione a Google

Ne parlò la carta stampata e persino le tv. La notizia balzò anche sulle cronache nazionali. Oggi i social avrebbero registrato migliaia di post, commenti, immagini a darne notizia e ricordarlo. Allora bastò una voce che da sola fece il giro di tutta Taranto. Ben presto tutti seppero della scomparsa di Peppino. 

“La città era bloccata, come paralizzata da questa triste notizia. Piazza Ramellini si riempi di persone. Arrivavano autobus carichi di tarantini dal centro e dalle periferie. Tutti volevano esser li, per l’ultimo saluto”.

La pescheria, con annessa trattoria, era per molti un punto di ritrovo. Ogni giorno era una via vai di persone: amici di Peppino, amici dei figli di Peppino, amici degli amici dei figli di Peppino. In tanti passavano da Piazza Ramellini sono per un saluto, un buongiorno: “Peppino Caso…” e lui li come sempre a dispensare un aneddoto, un fatto, una risate e perche no… “una parola od un consiglio”.

Tovagliolo sulle spalle e pentole sulla cucina. Per Peppino ciò che non doveva mai mancare era il lavoro. “Con il lavoro tutto si aggiusta”. Questo era il suo motto.

Alcuni anni fa, una coppia di turisti, tornò a Taranto dopo 40 anni. Vollero ritornare da Gesù Cristo e con stupore constatarono che nulla da allora era cambiato: la qualità del pescato, lo spirito, l’entusiasmo, il modo di relazionarsi con i clienti, oggi come allora, è sempre lo stesso. 

Ancor prima nu cliende affezziunate dedicò un bella poesia in dialetto tarantino:

Peppino Gesù Cristo è stato uno dei personaggi della Taranto che si arrotolava le maniche della camicia senza se e senza ma. A 5 anni andò per la prima volta al mercato del pesce, di notte. Da allora ha sempre dedicato la sua esistenza alla famiglia, al lavoro e alla Madonna.

“Il primo appuntamento con la sua fidanzatina fu durante un venerdì Santo. Erano due ragazzini. Peppino portò la sua fidanzata a guardare la processione e disse: quando un giorno potrò permettermelo farò di tutto per portarla sempre. E’ cosi è stato.

Per chi non lo ricordasse (quanti?), basta sfogliare i registri delle gare per vedere quante aggiudicazioni portano la firma di Peppino Caso oppure basta sfogliare le foto de la Sumana Sande. 

Di li a poco, in quel 1993, Taranto registrò per la prima volta l’assenza di Peppin Gesecriste dalle processioni. “Fu un anno che non si potrà mai dimenticare”. 

Pubblicità in concessione a Google