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«Sembra riaprirsi il tavolo di confronto per una possibile soluzione condivisa della controversia tra sindacato e Comune di Taranto sull’appalto ADI: l’assistenza domiciliare integrata svolta fino allo scorso 8 dicembre da 12 operatori OSS, e garantita dal Comune a 17 assistiti.» Lo dichiara il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso.

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«La notizia – sottolinea Peluso – arriva oggi dopo il sit-in di protesta indetto dalla FP CGIL e realizzato questa mattina sotto la sede della Prefettura di Taranto da lavoratori e assistiti disabili. L’Assessore ai Servizi Sociali del Comune Simona Scarpati mi ha raggiunto telefonicamente e si è già impegnata a trovare la migliore soluzione possibile per lavoratori e cittadini in condizioni di fragilità. Mi sembra pertanto un buon segnale verso una più totale rimodulazione delle policy attorno alla disabilità e all’assistenza delle categorie più fragili della nostra comunità. Questa mattina, inoltre, una delegazione di manifestanti era stata ricevuta dal vice-prefetto vicario di Taranto.»

«Crediamo che la soluzione al problema sia nel buon senso – spiega Tiziana Ronsisvalle della FP CGIL – perché la gestione di questo appalto deve necessariamente tener conto non solo del diritto al lavoro di operatrici molto preparate, ma anche del grado di “intimità” che garantisce ai disabili anche il rispetto della loro privacy e della loro dignità.

Le lettere di licenziamento collettivo dei 12 operatori socio-assistenziali erano arrivate alla vigilia della festività dell’Immacolata e avevano posto fine al passaggio di cooperativa in cooperativa dei lavoratori.
E’ impensabile che un servizio del genere – spiegano le lavoratrici – non venga stabilizzato in qualche maniera. Mentre assistiamo ogni anno al cambio di appalto, a cambi organizzativi, e pur di non far mancare la nostra presenza ad assistiti che abbiamo visto in alcuni casi crescere o invecchiare, accettiamo di vivere alla giornata con trattamenti economici inferiori a parità di inquadramento dei colleghi stabili, trattati con meno diritti e meno dignità.
Una vicenda che nei giorni scorsi era approdata anche all’ufficio controversie collettive della Regione Puglia, senza una soluzione all’orizzonte.

Ora attendiamo la convocazione del Comune – termina la Ronsisvalle – e speriamo di poter formalizzare al più presto un accordo che tenga conto dei lavoratori ma anche di tutti quegli uomini, donne e bambini che rimarrebbero privi di alcuni loro fondamentali punti di riferimento.»

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