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Io nell’ex Ilva ho lavorato, per questo ogni volta che intervengo non lo faccio mai nella veste di consigliere regionale, ma come chi quella ‘tuta’ la veste ancora e sempre nell’anima.” Lo dichiara Renato Perrini.

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“Il siderurgico – prosegue il consigliere regionale di Direzione Italia – fa parte della mia vita, così come fa parte dell’intera città di Taranto. Quindi non mi accoderò al coro di chi grida allo scandalo sempre e comunque, né a quello che punta a tutelare solo il lavoro.

Per questo trovo persino normale che Acelor Mittal, per garantire la continuità produttiva, possa utilizzare altri moli per lo scarico dei minerali dalle navi visto che quello dove si è verificato il tragico incidente, che è costato la vita a Cosimo Massaro, è sotto sequestro. Quello che non posso sopportare è, invece, il verificarsi di continui incidenti che sembrano minori solo perché non producono vittime. Due in soli 24 ore: ieri la rottura di una condotta di catrame che si è bucata sversando il contenuto sul terreno e questa mattina l’esplosione nel reparto Gestione Rottami Ferrosi. In entrambi i casi quali ripercussioni ci sono state nell’ambiente? Il catrame nel terreno e quindi nella falda e la rottura della cappa di aspirazione quali agenti inquinanti ha emesso nell’atmosfera? Magari non ci sono vittime oggi, ma potrebbero esserci in futuro…
La produzione è conciliabile con una seria manutenzione e messa in sicurezza dell’azienda?

E’ questo il problema che dovrebbe costringere Acelor Mittal a fare una scelta che per una volta tanto premi la salute e non solo il lavoro. Il siderurgico – conclude Perrini –deve essere sicuro sotto il profilo della salute, ma anche lavorativo. Il resto sono polemiche inutili e strumentali…

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