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«Nell’imminenza dell’arrivo a Roma del Presidente Xi Jinping per siglare il memorandum, si è scatenato il putiferio.» Lo ricorda in una nota l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Mino Borraccino.

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«La maggioranza dei grandi quotidiani – ricorda ancora Borraccino – ha mostrato, nel migliore dei casi, scetticismo; più spesso una vera e propria ostilità. Così hanno fatto anche le autorità europee.

Abbiamo letto titoli come “L’UE contro l’asse Roma Pechino. Non si rompa il fronte europeo”; addirittura , da parte di Bruxelles si è fatto notare che con la firma del memorandum Italia – Cina si considerano a rischio “la prosperità, il modello sociale e i valori comuni dell’U.E. nel lungo periodo”. Questi appelli preoccupati sono arrivati, tra l’altro, da Stati come Germania e Francia che da anni fanno affari con la Cina. Più rozzo è stato Trump (non c’era da dubitare, visto lo stile del personaggio): dato che l’America viene prima di tutto, fermatevi, altrimenti ci saranno ritorsioni.

Tutto questo non è serio. Francamente ritengo incomprensibile questa bufera mediatica e politica sul progetto in questione. Semmai, c’è da recriminare – come cittadini pugliesi – perché sembra che la Cina abbia individuato i porti di Genova e di Trieste come approdi della “Nuova via della Seta”, saltando i porti di Brindisi e di Bari, nonché quello di Taranto, che si trova proprio di fronte al Canale di Suez ed è il fulcro della Zona Economica Speciale già avviata dal Governo.

Adesso, con il ritorno in patria di Xi Jinping, i fari su questa vicenda cominciano a spegnersi e possiamo ragionare con maggiore lucidità. Sappiamo tutti che la firma del memorandum non esaurisce la partita, bensì rappresenta soltanto una cornice di massima di un percorso di partenariato destinato a concretizzarsi con successivi atti, e a durare decenni. Allora pensiamo a come rendere più appetibili le infrastrutture pugliesi. Penso, cioè, che sia giunto il momento di esigere grandi opere di ammodernamento, che riguardino i porti di Taranto, Bari e Brindisi, ma che riguardino anche i trasporti autostradali e ferroviari.

Occorre esigere il potenziamento del nodo ferroviario Taranto – Potenza – Roma e occorre riprendere il progetto autostradale Taranto – Reggio Calabria. Se la classe politica meridionale non farà scelte coraggiose di questo tipo, è naturale che chi intende investire (che si chiami Cina o Pinco Pallo) lo farà contando sulle infrastrutture già pronte.

Questa fase politica – conclude l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Mino Borraccino – vede un Presidente del Consiglio pugliese e una Ministra per il Sud pugliese. Sarebbe il caso che approfondisero la questione, nell’interesse della Puglia, dei Pugliesi e dell’intero Mezzogiorno

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