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Porto, sanità, università, ricerca, innovazione, turismo. Queste le linee di intervento del Decreto ‘Cantiere Taranto’.

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«Sarà un decreto dedicato alle emergenze del territorio e conterrà ‘cose concrete’ , l’impronta che lo caratterizzerà sarà l’accellerazione delle procedure.» Così lo ha presentato il senatore Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, esordendo nell’incontro con la Giunta di Confcommercio Taranto.

Un nuovo futuro per il capoluogo ionico

Per ora si parte da 26 articoli riguardanti non solo le infrastrutture, ma anche le Pmi che investono nell’innovazione, il lavoro (con il sostegno alla riqualificazione e le misure per le nuove assunzioni), i nuovi investimenti a partecipazione pubblica.

 

«Entro la settimana – ha aggiunto l’esponente del governo – il decreto potrebbe approdare in riunione a Palazzo Chigi, ma la partita non è chiusa perché si sta già lavorando per integrarlo con nuovi interventi a sostegno di settori, ad esempio della cultura, che in questi anni non hanno beneficiato di risorse concrete. Sono previste inoltre agevolazioni speciali per le PMI, il Governo per Taranto rafforzerà infatti alcune misure che saranno contenute nel Piano Sud che verrà varato a marzo.

Questa è la prima fase – ha spiegato il senatore Turco– e riguarda gli interventi con le relative coperture, vi saranno poi altri sessanta giorni di tempo per inserire eventuali integrazioni con le proposte che le stesse categorie potranno segnalare. Pertanto, l’invito a prepararsi per un nuovo giro di incontri. »

Giangrande: “Molte possibilità per il territorio”

«L’agenda del Governo Conte – commenta il presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande– è fitta, e soprattutto ricca di potenziali opportunità per il territorio. Cantiere Taranto potrebbe rappresentare la svolta decisiva, a patto che vi sia un reale cambio di passo nella gestione del CIS Taranto che obiettivamente ad oggi ha evidenziato una governance inadeguata. Procedure lente, burocrazia, obiettivi poco chiari. Il territorio ha bisogno di certezze e di risposte celeri perché le imprese non possono attendere oltre.

L’obiettivo deve essere inoltre quello di aiutare la città a trovare una sua nuova dimensione di sviluppo, una nuova identità che superi la mono dipendenza dall’acciaio. Una svolta che ad esempio potrà riguardare il porto, sino all’altro ieri esclusivamente industriale, ma da domani aperto ad altri traffici con la zona franca doganale, il distripark , il crocerismo, l’interesse dei grandi player, ma solo se sapremo sfruttare al meglio queste opportunità ed inserirci con un nostro protagonismo locale. Con molta umiltà dobbiamo ammettere che abbiamo anche bisogno di capire e di imparare a fare altro. Sarebbe opportuna allora una cabina di regia tra governo e grandi investitori per facilitare il processo di riconversione e di cambiamento e per superare il deficit imprenditoriale locale di conoscenza e know how.

Gli imprenditori locali non devono – ha concluso Giangrande- andare ad elemosinare lavoro e spazi, ma si deve piuttosto favorire un vero processo di crescita e di cambiamento che faciliti la riconversione economica, sociale e culturale di Taranto.»

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