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Provate a cercare la parola “Taranto” su Google e scoprirete che spesso la parte peggiore del racconto non è quella dei turisti, della stampa specializzata, o quella dei visitatori di passaggio, che invece trovano la nostra città una bella scoperta, quanto quella dei tarantini stessi che seppur legittima constatazione dei problemi spesso finiscono per essere carnici di loro stessi e delle nostre aspettative o possibilità.

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Il referente tarantino dell’UNSIC, Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori, Gisberto Zaccheo, reagisce così alle critiche che in questi giorni stanno riguardando soprattutto il settore del commercio tarantino. Non si perde occasione per denigrare la città, per postare sui social immagini della sua incuria – dice Zaccheo – ma tarda ad arrivare una presa di coscienza rispetto alle cose che in realtà potremmo migliorare da subito, come nella filosofia dello Shangai, togliendo le bacchette più facili da spostare e affrontando così anche il tema della promozione di noi stessi cominciando dai piccoli esempi che invece dovremmo esaltare e  valorizzare. E Zaccheo porta non a caso due esempi di riqualificazione di alcune aree della città grazie proprio all’intervento di insediamenti commerciali.

Mentre si postano le immagini delle vie centrali della città deserte, mentre caso mai è da poco finito un temporale – commenta Zaccheo – non diventa virale invece l’encomio pubblico dell’architetto Augusto Ressa, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della provincia di Taranto, Lecce e Brindisi, esperto di restauro e valorizzazione del nostro patrimonio architettonico che parlando del recupero di un pezzo della città vecchia parla di un “precedente notevole” di “iniziativa che ha dello straordinario”, riferendosi al recupero di una intera facciata di un palazzo storico lungo l’affaccio a mare dell’isola operato proprio grazie all’impegno di un titolare di un’attività di ristorazione. Ressa dunque parla di “una reazione finalmente”, ed è per Zaccheo quella che in qualche maniera anche i referenti delle associazioni di categoria dovrebbero stimolare rispetto al grande impegno profuso da commercianti e artigiani tarantini.

Non è un esempio isolato quello di commercianti che con i loro insediamenti migliorano la qualità della vita e l’immagine stessa di interi isolati o quartieri della città – dice ancora il referente di UNSIC – e per questo, senza dimenticare i problemi, dovremmo sforzarci tutti di puntare su ciò che ci rappresenta al meglio, anche nel tentativo, non tanto peregrino, di credere finalmente nelle possibilità che pure continuiamo ad avere sotto le nostre mani: il potenziale culturale e archeologico, la bellezza del nostro paesaggio, la città vecchia o il borgo umbertino. Borgo su cui poi il referente di UNSIC lancia un ulteriore messaggio.

Nei prossimi giorni proprio nel centro cittadino (tra via D’Aquino e via Acclavio) una grande catena franchising riapre affidando l’attività tarantina a due giovanissimi commercianti – commenta ancora Zaccheo – una superficie raddoppiata e un antico stabile interamente riqualificato. Un altro buon esempio. Ed è sulla base di queste riflessioni che l’UNSIC territoriale lancia la sua campagna.

Spero di riuscire a coinvolgere anche altre associazioni di categoria – dice il referente dell’UNSIC – ma inizieremo come nello Shangai a muovere le bacchette più semplici della nostra promozione, cominciando a postare una bella foto o un bel racconto al giorno delle nostre vie commerciali, dei nostri esercizi, gli stessi che quotidianamente devono combattere contro la crisi e l’omologazione dell’offerta proveniente dalla GDO. La campagna della Taranto positiva non costa nulla e forse ci libera dalle proiezioni negative di cui certamente, in questa città già così complicata, non sentiamo il bisogno.

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