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Siamo fermamente contrari all’ipotesi che il Governo possa fornire altre garanzie per centinaia di milioni su un maxi prestito ad ArcelorMittal.” Il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, non nasconde quali siano – a suo avviso – le priorità che da Roma si dovrebbero considerare per supportare il territorio ionico.

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“Insopportabile l’ennesimo favore al gestore del siderurgico”

“In un momento come questo – prosegue il primo cittadino ionico, dove tutta la comunità ionica soffre per il coronavirus e lotta per la sua salute proprio contro l’ex Ilva, l’ennesima norma a favore del gestore nel prossimo Decreto Aprile sarebbe davvero insopportabile. Ancora questa settimana lo stabilimento rilasciava pesanti emissioni sulla città, è immorale premiarlo.”

Rinaldo Melucci appare quindi deciso a proseguire la sua azione, cominciata con l’ordinanza di fine febbraio, che chiede la effettiva riduzione delle emissioni inquinanti, pena la chiusura degli impianti produttivi responsabili delle emissioni stesse.

Una linea non certo facile, in cui Taranto ha trovato il Governo centrale non sempre dalla sua parte, ma che nondimeno Melucci sembra intenzionato a mantenere salda, in un braccio di ferro che vede sul tavolo la solita coppia lavoro e ambiente, con in mezzo il destino di centinaia di imprese dell’indotto dell’ex Ilva, che ancora una volta potrebbero essere quelle che rischiano di pagare il prezzo più alto.

L’ordinanza sindacale, che vedeva la fine di aprile come data ultima per ottemperare a quanto richiesto, è stata intanto sospesa dal TAR di Lecce, che ha concesso a Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal di non fermare gli impianti sino al prossimo 7 ottobre, quando si terrà la camera di consiglio.

“Il governo deve aiutare le aziende delle indotto”

“Il Governo deve aiutare finanziariamente e con decisione le centinaia di aziende dell’indotto ionico messe in ginocchio da ArcelorMittal – chiede a gran voce Rinaldo Melucci. Ci aspettiamo che su questa richiesta ci sia il sostegno di Confindustria nazionale, il cui presidente è stato appena nominato anche grazie al decisivo appoggio degli industriali meridionali e pugliesi.

Apprendiamo anche di un gruppo di lavoro che a Roma si sta occupando del piano industriale. Come sempre, la comunità resta fuori dalla discussione e questo non è foriero di un clima costruttivo. Se le indiscrezioni fossero confermate in questo senso, non possiamo che essere, al pari, molto scettici sulla ipotesi della installazione di un solo forno elettrico. Sulla chiusura della inquinante area a caldo non ci saranno passi indietro, Taranto vuole voltare per sempre pagina.”

“Chi non è in grado di mantenere gli impegni, vada via”

Già da tempo il sindaco di Taranto aveva criticato l’accordo tra Governo e Arcelor Mittal sul nuovo piano industriale pensato per lo stabilimento, e gli ultimi sviluppi non hanno fatto certo cambiare opinione a Palazzo di Città.

“Se ArcelorMittal non è più in grado di mantenere l’impegno di fare acciaio in modo innovativo e completamente sostenibile – conclude il sindaco Melucci, semplicemente paghi la sua penale e vada via ora, non aspetti novembre, non usino ancora i lavoratori, l’indotto locale, Taranto e l’Italia intera come un bancomat. È giunto il momento che il Governo si occupi prioritariamente dei tarantini e delle imprese tarantine, non sempre e solo del colosso industriale straniero o degli equilibri delle manifatture del nord.

L’accanimento su questi vecchi modelli produttivi e finanziari lascia basiti, in tutti i settori abbiamo bisogno di partner che comprendano il nuovo mondo al quale dobbiamo tutti lavorare dopo la pandemia.”

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