foto http://www.diocesi.taranto.it/
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«Abbiamo appena trascorso i giorni belli del Triduo Santo, godendo della nostra fede e della nostra devozione. Nel pieno di questa luce pasquale la festa del Santo Patrono Cataldo ci ricorda la vicinanza fedele di Dio al suo popolo, Dio che non si allontana da noi e che cammina nella nostra storia per la salvezza di ciascuno. La festa ci ricorda in primis la nostra vocazione alla libertà e alla comunione. Non è evasione o svago ma “edificazione” di una città, la ricucitura di un tessuto, la linfa per gli impegni futuri.

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All’inizio dell’anno Pastorale ho indicato le tre parole programmatiche che qui voglio ribadire:
Elezione:
Siamo chiamati a scoprire il grande dono che il Signore ci fa; a scoprire la grandezza della nostra vocazione per portare a tutti la speranza cristiana. Dio ci chiama per nome in un atto immenso di amore e ci da una grande responsabilità.

Da Battezzati a discepoli:
Quindi il discepolo è colui che segue […] Tutto ciò si alimenta ascoltando assiduamente la sua Parola e meditandola ogni giorno nel cuore. Facendo esperienza del Signore nei sacramenti, particolarmente nell’Eucarestia, e nel rapporto con il nostro prossimo e con la carne di Gesù che sono i poveri e gli ammalati. E’ questo il cammino che, insieme alla maggioranza dei nostri battezzati, siamo chiamati tutti a percorrere che possiamo sintetizzare così: “dal fascino di Gesù al servizio dei poveri”.

I santi della porta accanto:
Scoprire in quest’anno la santità della porta accanto per noi sarà l’occasione di chiedere a Dio la pacificazione del cuore nei nostri rapporti interpersonali, di costruire oasi di santità nelle nostre comunità parrocchiali che non devono essere lo specchio di altri tipi di aggregazione, di comitive, dove è facile lasciarsi andare alla maldicenza, alle lamentele, al disfattismo e all’immobilismo.

Anche Cataldo, nostro vescovo secoli fa, per la Risurrezione di Cristo è nostro contemporaneo. Il più grande dono che può farci e incoraggiarci nel cammino della santità, dobbiamo provarci, perché i santi cambiano il mondo e noi vogliamo andare avanti!»

+ Filippo Santoro
Arcivescovo Metropolita di Taranto

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