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A grande richiesta del pubblico, la rassegna d’arte “La creatività femminile, la cultura dell’innovazione e la comunicazione nel mondo dell’arte.

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Etica e deontologia nell’informazione culturale”, promossa dalla Fidapa di Taranto, è stata prorogata sino al 26 maggio prossimo. In mostra le opere di: Maria Teresa Di Nardo, Laura Maniscalco Blasi, Martina Roberto, Gabriella Rodia, Enza Sibilla Carrino, Antonella Zinno. Attento e nutrito il pubblico intervenuto all’inaugurazione, tenutasi il 22 maggio a Taranto, presso la Galleria L’Impronta. Una platea composta da giornalisti, addetti ai lavori, esperti di arte e comunicazione e non solo. È questo l’obiettivo che ha spinto Perla Suma, Presidente della Fidapa Taranto. a promuovere l’evento: “Volevamo creare un’occasione tale da avvicinare tutti al mondo dell’arte. La forte spinta innovativa e la capacità comunicativa delle artiste ha incontrato peraltro l’attenzione dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, che ha valutato positivamente il riconoscimento ai giornalisti intervenuti dei relativi crediti formativi”. A portare i saluti dei soci di L’Impronta e del presidente Arturo Camerino è stato il segretario Giuliana Taglialatela Frisenda.

Al tavolo dei relatori Enzo Ferrari, giornalista e direttore del quotidiano Taranto Buonasera, che ha tenuto un excursus storico-evolutivo sui mezzi e sui modi di comunicare arte e cultura, nonché sui particolari riflessi e risvolti socio-economici che l’informazione riveste, anche sotto il profilo deontologico ed etico. “La formazione professionale dei giornalisti ha un ruolo fondamentale”, ha detto Ferrai. “Occorre analizzare, studiare, conoscere, approfondire per poter divenire operatori di una sana informazione e non essere semplici cantastorie di un particolare momento”. Affidato poi a Lucia Basile, giornalista e critico d’arte, il compito di illustrare le opere, al fine di indirizzare il pubblico ed i giornalisti verso una più attenta e coerente lettura: “È importante riuscire a stringere un legame con l’artista. In particolare il giornalista, che ha la responsabilità di trasmetterne l’informazione, deve sviluppare un rapporto di empatia e pathos con l’opera d’arte, tale da essere in grado di trasformare l’immagine in parola”. Le opere esposte dimostrano infatti una perfetta sintesi di tutti i concetti emersi: dalla grafica simbolica di Maria Teresa Di Nardo, alla poesia visiva di Laura Maniscalco Blasi; dalle installazioni di Martina Roberto, ai messaggi antropologici di Gabriella Rodia; dall’inno alla femminilità di Enza Sibilla Carrino, alle affascinanti trasparenze cromatiche di Antonella Zinno.

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