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Ieri mattina, nella Prefettura di Taranto, nel corso degli incontri ufficiali, il Presidente Sportelli ha illustrato e consegnato al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il “Manifesto per l’autonomia dell’Università di Taranto”.

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Il documento, con il quale è richiesta l‘attivazione di un Accordo di programma per raggiungere l’autonomia dell’Università tarantina entro il prossimo triennio, nasce dall’iniziativa della Camera di commercio di Taranto ed è stato sottoscritto venerdì 9 ottobre nella Cittadella delle imprese dall’Ente camerale, dal Sindaco del Comune di Taranto, Rinaldo Melucci, dalla Provincia di Taranto, dalle Associazioni delle categorie economiche e dal Comitato unitario permanente degli Ordini e dei collegi professionali di Taranto.

Manifesto per l’autonomia dell’Università di Taranto

L’autonomia universitaria per Taranto rientra fra gli obiettivi prioritari che il territorio si pone per completare le azioni volte alla reale, tempestiva ed efficace rigenerazione del tessuto socio – economico e culturale. Se oggi migliaia di ragazze e ragazzi sono costretti a lasciare la nostra provincia per studiare e specializzarsi fuori regione, l’istituzione di facoltà prestigiose e particolarmente connesse alle necessità ed ai fabbisogni dell’area è elemento di certo essenziale per iniziare ad arginare questa ormai intollerabile emorragia. Ma la vera esigenza è quella di avere la certezza che l’Università di Taranto sia autonoma. Ciò rappresenterebbe, infatti, il salto di qualità non solo per l’interruzione della ‘fuga’ di giovani ed il conseguente miglioramento del capitale umano, ma soprattutto perché essa si qualificherebbe quale sviluppatore urbano ed eccezionale polo di attrazione che arricchirebbe in modo sostanziale il nostro gruppo dirigente e la cabina di regia locale.

In particolare è evidente che innescando i predetti meccanismi, ne sarebbe stimolata in modo automatico l’innovazione nelle imprese, la crescita del tessuto economico provinciale in termini qualitativi e quantitativi, l’interazione stabile e costante fra Ricerca, imprenditoria e professioni. Tutti punti sui quali, in questi anni, nonostante il grande impegno delle Istituzioni, del locale Dipartimento, delle aziende e delle loro rappresentanze, e nonostante le immense potenzialità dell’area, ancora Taranto registra flebili risultati rispetto ad altri territori. L’Università autonoma di Taranto, allora, consentirebbe al territorio di acquisire finalmente una specifica e chiara identità scientifica, tassello ad oggi mancante nel quadro, invece sempre più avanzato, assicurato dall’opera straordinariamente meritoria condotta dalla Presidenza del Consiglio negli ultimi mesi, della valorizzazione dell’area tarantina sotto il profilo urbano, imprenditoriale e sociale. Sarebbe incoerente e sicuramente destinata a successo solo parziale una strategia che non avesse fra le finalità anche quella di garantire la completa realizzazione di tutte le componenti della crescita, inclusa quella, essenziale, della produzione autonoma e della diffusione della conoscenza. Conoscenza indispensabile al potenziamento ed alla competitività del sistema tarantino.

Per la progettazione, la programmazione e la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo che le consenta di uscire finalmente dai drammatici e atavici problemi nei quali da troppo tempo si dibatte, Taranto ha bisogno di cuore appassionato e menti lucide e piene: serve la ‘nostra’ Università, che si unisca all’attuale ed endogeno movimento di coesione, rinascita e, infine, riscatto di quest’area. Per tali motivazioni, certamente condivise dal Governo che ha già assicurato fondamentali evoluzioni dell’offerta accademica, le Istituzioni territoriali ed economiche, gli Ordini ed i collegi professionali e le Associazioni delle categorie economiche chiedono alla Presidenza del Consiglio ed al Governo l’urgente attivazione di uno specifico Accordo di programma, da inserire nel necessario processo legislativo finalizzato all’ottenimento dell’autonomia dell’Università di Taranto entro il prossimo triennio.

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