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Nella giornata dedicata dalla comunità internazionale ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, l’amministrazione Melucci ha presentato tutte le novità legate al nuovo “Regolamento per il riconoscimento della cittadinanza inclusiva”, approvato dal consiglio comunale nella seduta dello scorso 16 novembre.

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Destinato ai minori stranieri residenti nel Comune di Taranto, si tratta di un provvedimento che scaturisce da una mozione presentata dal consigliere comunale Luca Contrario che, insieme all’assessore al Decentramento Territoriale Gianni Azzaro e all’assessore ai Servizi Sociali Gabriella Ficocelli, ha incontrato oggi gli organi di stampa. Era presente anche l’avvocato Daniela Lafratta dell’associazione Ohana, impegnata nella promozione di questa iniziativa.

Con il nuovo regolamento, tutti i minori stranieri residenti a Taranto potranno richiedere l’iscrizione nel registro della cittadinanza inclusiva, ove ricorrano alcuni presupposti: essere nati a Taranto da genitori stranieri regolarmente iscritti all’anagrafe cittadina (ius soli), oppure aver frequentato e completato un intero ciclo di studi in una scuola di Taranto, pur essendo nati all’estero (ius scholae). Questo riconoscimento sarà assegnato dal sindaco ogni anno, proprio il 20 novembre, in una cerimonia ufficiale.

«Colmiamo una lacuna normativa con questa iniziativa – le parole di Azzaro – non abbiamo fatto in tempo ad assegnare le prime cittadinanze per la vicinanza temporale tra l’approvazione in consiglio e il 20 novembre, ma siamo già al lavoro per garantire questo diritto fondamentale che è sancito anche dall’articolo 2 della convenzione Onu sui diritti dell’infanzia».

«Questa è un’iniziativa che parte dal basso – ha aggiunto il consigliere Contrario – da una battaglia condotta dall’associazione “Giustizia per Taranto” che ho portato in consiglio. La legge sulla cittadinanza è ferma al ’92 e al solo ius sanguinis, nel frattempo è cambiato il mondo e avrebbe dovuto cambiare anche la norma. Basti pensare che il 10% della popolazione scolastica non ha cittadinanza e che, di questi, il 6/7% è nato in Italia, parla la nostra lingua, forse i nostri dialetti. È una cittadinanza simbolica, che ha però un valore sostanziale: servirà a creare un ponte per chi, superati i 18 anni, voglia richiedere la cittadinanza ufficiale, ma anche per chi vuole esercitare compiutamente i suoi diritti civili».

«Questo provvedimento – la dichiarazione dell’assessore Ficocelli – dimostra come l’amministrazione Melucci non parli per slogan, ma svolga attività concrete. Come Servizi Sociali monitoreremo costantemente le esigenze di chi vorrà esercitare questa prerogativa».

«Come associazione dobbiamo ringraziare l’amministrazione – ha concluso Lafratta – perché con questa iniziativa, ma non solo con questa, stiamo percependo finalmente un collegamento effettivo tra istituzione e terzo settore. Non si tratta solo di un provvedimento politico, ma sostanziale, che ci auguriamo possa avere la giusta risonanza a favore di chi ne usufruirà».

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