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Nei giorni scorsi, con il direttore generale dell’Asl di Taranto Stefano Rossi, l’assessore ai Servizi Sociali Gabriella Ficocelli ha visitato il reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale Ss. Annunziata di Taranto, rinnovando l’impegno dell’amministrazione Melucci e dell’Asl a sostenere il progetto dedicato all’intervento psico-educativo nei confronti dei minori affetti da patologia medio-grave e nei confronti delle loro famiglie.

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«Obiettivo del progetto – fa sapere l’assessore Ficocelli – è alleviare gli stati emotivi derivanti dalla malattia e dalla degenza ospedaliera mediante attività che permettano ai piccoli pazienti di rielaborare l’esperienza del dolore. È importante condividere con la Asl e con la cooperativa che si occupa del progetto i punti di forza dell’intervento e far sì che l’impegno di tutti sia calibrato in tal senso». Il direttore generale Rossi si è congratulato con le educatrici della cooperativa “La Solidarietà”, che manda avanti il progetto voluto dall’amministrazione Melucci e dall’Asl, e con i coordinatori. «Obiettivo degli interventi assistenziali è garantire tutela e sostegno al minore in stato di svantaggio psico-fisico – ha spiegato –, promuovere un atteggiamento positivo nei confronti della patologia, sostenere i genitori nel fronteggiare la situazione critica derivante dalla scoperta della patologia e dalle conseguenze dell’ospedalizzazione. Ciò richiede sicuramente una riorganizzazione dei propri tempi di vita e di lavoro. La Asl Taranto è ben lieta di accogliere il servizio, svolto prevalentemente presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica, ma anche al domicilio degli assistiti, e di promuoverlo come buona prassi assieme ad altre iniziative che garantiscano la migliore qualità di vita ai bambini»

L’équipe professionale è costituita da una coordinatrice in possesso di diploma di laurea in psicologia e da cinque educatrici professionali. «Cerchiamo di assicurare ai bambini la quotidianità persa a causa del ricovero – ha concluso Ficocelli –, erogando in maniera innovativa un’assistenza che riconosca al bambino malato la dignità di persona e la possibilità di essere protagonista della scelta di tempi, modi e luoghi per affrontare il suo percorso».

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