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Assemblea sindacale questa mattina all’interno del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Taranto. L’iniziativa promossa dalla FP CGIL è servita per fare il punto della situazione all’interno del corpo più amato degli italiani eppure così poco tutelato.

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“Basti pensare – ha detto il coordinatore nazionale dei Vigili del Fuoco della Funzione Pubblica, Mauro Giulianella – che questi lavoratori lavorano senza avere nessun tipo di tutela INAIL riferita agli eventuali infortuni o malattie contratte durante il servizio. Proprio così, i Vigili del Fuoco che ogni giorno entrano in contatto con fumi (a volte nocivi), sostanze pericolose come materiali altamente tossici o amianto, corrono tutti questi rischi avendo uno stipendio di media molto basso e non potendo contare sulla prima forma di riconoscimento che lo Stato potrebbe fornire loro assicurando, almeno, una copertura risarcitoria o pensionistica correlata a queste continue esposizioni”, comunica il coordinatore nazionale VVF FP CGIL.

“Così a Taranto da poco riconosciuta a livello centrale come sede operativa di pregio, tanto da aver ricevuto la nomina di un dirigente superiore, si fanno i conti con le problematiche di sempre: pochi mezzi e quasi tutti vetusti (automezzi vecchi di 20 o 30 anni), una carenza d’organico ormai ultradecennale e l’impossibilità, proprio in virtù di queste ragioni, di poter assicurare alla comunità la cosiddetta seconda chiamata. In poche parole se la squadra dei Vigili del Fuoco di Taranto che nelle ore diurne serve il Comune capoluogo da Paolo VI alla Salinella e Talsano, e poi i comuni di Statte, Monteiasi, Montemesola, Grottaglie, San Giorgio e Leporano, dovesse essere impegnata in un incendio non potrà garantire l’uscita di una squadra per un incidente o incendio che dovesse verificarsi in contemporanea”, comunicano nella nota.

“Siamo costretti a ricorrere a squadre provenienti da altri territori – specifica Gaetano La Corte, coordinatore provinciale dei VVF di Taranto – sempre che queste squadre non siano impegnate nei loro territori. Siamo poco più di 300 e basta un raffreddore, un imprevisto per uno di noi per smontare una squadra e non essere più quel presidio di soccorso che i tarantini, da cittadini italiani, meriterebbero. Avremmo bisogno – continua La Corte – almeno di altre 40 unità”.

“Insomma nell’area ad alto rischio di incidente rilevante, vista la presenza del porto e della grande area industriale tarantina, il soccorso alla cittadinanza e la loro sicurezza si interpretano così”, conclude la nota.

All’incontro di questa mattina con i Vigili del Fuoco di Taranto, oltre ai coordinatori nazionali e provinciali, ha partecipato anche il componente della segreteria provincia della FP CGIL, Cosimo Sardelli.

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