ex Ilva
foto Sito ArcelorMittal - da archivio
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Incontro in videoconferenza questa mattina del Sindaco Rinaldo Melucci, del Presidente della Provincia Giovanni Gugliotti, dei Sindaci dell’Area di Crisi Complessa Franco Andrioli, Luca Lopomo e Vito Punzi, con il Presidente della Camera di Commercio Luigi Sportelli e gli altri esponenti della Giunta camerale, in particolare quelli collegati all’indotto ex Ilva.

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Gli enti locali hanno potuto riprendere il dialogo sulla critica situazione dell’indotto locale, raccogliere sollecitazioni dal mondo delle imprese e valutare le prossime azioni da condividere nei confronti del gestore, dei Commissari e del Governo, al fine di ottenere il rispetto e l’attenzione che il territorio ionico rivendica per questa “fase 2” dell’emergenza sanitaria nazionale.

La task force locale così ricostituita, orientata agli obiettivi già inclusi nel documento strategico unitario presentato al tavolo del CIS dello scorso 5 marzo 2020, è tornata a chiedere che si paghino puntualmente e in trasparenza i crediti delle imprese ioniche, ad oggi stimati in quasi 40 milioni di euro.

“Molte aziende rischiano di non riaprire più se continuiamo così – ha stigmatizzato il primo cittadino del capoluogo ionico a margine del confronto, riportando un sentimento condiviso tra gli amministratori ionici -, parliamo di migliaia di posti di lavoro con poche tutele, per altro. Il Governo batta un colpo, è ancora il proprietario degli impianti, normalizzi subito la situazione con ArcelorMittal. Ribadisco che uno stabilimento che produce solo malattie, cassa integrazione e debiti non ci serve più. Se non verranno saldate le nostre aziende ci batteremo perché non arrivi un grammo di acciaio alle manifatture del nord, vediamo se a Roma si capisce che non siamo una colonia con cittadini di serie B. E per il futuro, aspettiamo dal Governo segnali sull’accordo di programma, sia chiaro che Taranto non affronterà la fase 2 sacrificandosi ancora in vano per il Paese.”

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