“L’Italia implementa a pieno il sistema a punti previsto dal Regolamento procedure applicabili alla politica comune della pesca, mentre altri Paesi solo parzialmente o non lo fanno affatto. Questo determina una concorrenza sleale tra i pescatori europei che è inaccettabile. Non basta avere una base giuridica quanto più chiara possibile, occorre anche una supervisione attenta della sua attuazione da parte della Commissione europea”,
così l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Rosa D’Amato apre i lavori della tavola rotonda ‘La giusta rotta’ sugli scenari normativi per il settore pesca che si è tenuta al Parlamento europeo alla presenza di Francesca Arena – Capo unità Commissione europea, Luigi Giannini – Presidente Federpesca, Giampaolo Buonfiglio – Presidente Alleanza delle cooperative italiane settore pesca, Paolo Tiozzo – Presidente Federcoopesca Confcooperative, Elena Ghezzi – Legacoop Agroalimentare Dipartimento Pesca e Fabio Fiorentino – CNR.
“La tutela dell’ambiente e delle risorse va effettuata tenendo conto delle specificità territoriali. Le regole devono essere quanto più possibile aderenti ai vari contesti della pesca europea, perché se da un lato abbiamo il dovere di difendere e tutelare la biodiversità dei nostri mari, dall’altro occorre evitare di colpire indiscriminatamente i pescatori con sanzioni e adempimenti amministrativi che poco servono alla protezione dell’ambiente. L’esempio è quello della pesca delle vongole nell’Adriatico, dove un’applicazione flessibile delle norme, grazie anche all’impregno nostro al Parlamento europeo, ha permesso di tenere insieme la sostenibilità ambientale e quella economica. Dobbiamo essere capaci di colpire l’illegalità, senza però in questo modo aggravare le condizioni dei pescatori onesti, soprattutto dei piccoli, che spesso non hanno né la forza economica né la capacità strutturale per assorbire determinati oneri e sanzioni”, conclude D’Amato.